Ancora un inferno di fiamme, ancora boschi in fumo, e questa volta in una delle zone più suggestive e cariche di significati storici e religiosi del Salento: la parte alta di Santa Maria di Leuca, proprio nei pressi del Santuario. Ancora lì, come già successo il 7 luglio scorso. In quel caso fu certa la mano di un piromane: lo videro alcuni turisti, i carabinieri della compagnia di Tricase quindi riuscirono ad identificarlo e a denunciarlo a distanza di circa un mese. E che anche in questo caso vi sia la mano di un piromane, è più che un sospetto. Il particolare caldo di questi giorni accompagnato dal vento di tramontana sono condizioni ideali, per un piromane, per compiere il suo delitto. D’altro canto, è risaputo come incendi per cause fortuite siano una vera rarità.
Quantificare quanti ettari di sottobosco siano andati in fumo, al momento, è difficile: si parla di almeno 4 ettari, in una zona dove sono presenti pini, bassa macchia ed altra vegetazione dei climi mediterranei. E la fortuna, secondo gli operatori, che hanno lavorato per diverse ore prima di riuscire ad avere ragione delle fiamme, è proprio quella che l’incendio non ha attecchito le chiome degli alberi, come accaduto nel drammatico precedente delle Cesine. Sul posto si sono spostate decine di mezzi e autobotti di vigili del fuoco, provenienti anche da Lecce, del corpo forestale, che ora sta valutando l’estensione dell’area colpita dalle fiamme con il Gps, e della protezione civile. E sebbene il grosso delle fiamme sia stato spento dopo quattro ore d’intervento (l’incendio è divampato intorno alle 16) alcuni veicoli dei diversi corpi sono ancora sul posto per tenere a bada gli ultimi focolai, che rischierebbero altrimenti di innescare un ulteriore rogo se alimentati dal vento. Si calcola che le fiamme dovrebbero essere definitivamente estinte intorno alle 22-23 di questa sera.
Questo di Santa Maria di Leuca è solo l’ennesimo episodio di una serie infinita, che hanno funestato l’estate di tutta la Puglia. Peschici, con le sue morti, è stato il momento più drammatico e nei giorni scorsi il rogo che ha colpito il parco naturale di Torre Guaceto, sul litorale brindisino, si è rivelato devastante. Nel leccese, i più intensi sono stati quelli dell’oasi delle Cesine e sulla litoranea San Foca-San Cataldo.
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